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Quando nella primavera del 2000 ebbi modo di poter accedere al 'concorso nazionale riservato' per la scuola ed anche al concorso ordinario (che si tenne nell'arco di pochi giorni dello stesso periodo), adottai modalità, scelte, riferimenti bibliografici e progettualità in totale coscienza di farlo in contro-tendenza e a mio rischio e pericolo e con la consapevolezza di andare incontro anche a 'penalizzazioni' o anche ad un'esclusione che avrebbe potuto pregiudicare il mio futuro. Decisi comunque così di mettermi in gioco in quella che, al tempo, veniva considerata come una delle ultime occasioni per entrare nel mondo della scuola con modalità e criteri selettivi che sono infatti successivamente cambiati. Superai brillantemente le due prove anche se, come avevo messo sul conto, fui penalizzato di quel punto, punto e mezzo, quel tantino che mi sarebbe costato quasi 5 anni di precariato prima di essere assunto in ruolo dopo la prima grande "infornata" determinata dalle graduatorie conseguenti i due concorsi.
Le prove scritte dei due
concorsi chiamavano i
"concorrenti", anche, a
misurarsi con eleborati
scritti sulla riforma che in
quel periodo sanciva la
cosiddetta "autonomia" degli
istituti scolastici promossa
dall'allora ministro
Berlinguer. Io credo di
essere stato l'Unico, se non
tra i pochissimi, in quella
così delicata circostanza, a
relazionare in modo
estremamente critico e
negativo, pre-configurando
una prospettiva di tagli,
disagio e smantellamento del
sistema scolastico. Come si
è poi puntualmente
verificato. Nel concorso riservato ai docenti che avevano un'esperienza professionale di almeno 3 anni presentai alla commissione una tesi che riprendeva il mio progetto "Entro nel Film" che promuoveva percorsi di sperimentazione scenografica attraverso le nuove tecnologie. Si discusse anche del mio elaborato scritto che criticava la "Riforma" ed in quella sede ebbi l'occasione di confermare il mio punto di vista mentre in una ulteriore sessione conseguii l'abilitazione per l'insegnamento della lingua inglese. Avevo avuto la sensazione che la commissione non avesse 'apprezzato' completamente la mia franchezza ma sentivo anche che ciò non avrebbe pregiudicato del tutto il risultato finale. Il Fato volle che proprio in quel giorno, come per un meccanismo ad orologeria dovuto però all'ironia della sorte, su RAItre e RAI Educational veniva recensito, dedicandovi addirittura due puntate, il mio lavoro su "Entro nel Film", che avevo portato avanti nelle scuole di Torino a partire dal 1997. Tanto che qualche collega, che non riusciva a comprendere la mia disinvoltura anche in circostanze così cruciali dove normalmente si deve solo e soltanto "credere"... "obbedire" e... conformarsi..., malignava maliziosamente sui miei "santi in paradiso"... Così, pur conseguendo un punteggio tra i più alti, non ottenni quel punto in più che mi venne poi a mancare pregiudicando il mio accesso immediato a quella prima fase di assunzioni determinate da quel canale di graduatorie. Un classico.
Nel corso della sessione
successiva a cui fui ammesso
per il concorso "ordinario"
mi presentai, invece, con
una bibliografia altrettanto
"non conforme". Sia per i
temi che per i modelli
pedagogici ed autori di
riferimento. La commissione, in questa circostanza, mi apparve quasi stupita e sorpresa, visto anche il punteggio, alto, che mi aveva consentito l'accesso a quella sessione d'esame... tanto che non mi fu neppure risparmiata qualche battuta sull'originalità dei riferimenti bibliografici. Come a voler dire... "non potevi fare una cosa come tutti gli altri?"...). Infatti una parte del colloquio-esame dovetti dedicarla a spiegare realmente chi erano F. Skinner e M. McLuhan... perché i cervelloni della commissione non sapevano neppure chi fossero. Così, anche in questa circostanza, ebbi la sensazione che sarei andato incontro ad una certa penalizzazione anche se ciò non avrebbe pregiudicato del tutto il risultato finale. Erano tutte cose che avevo messo sul conto. Alla completa consapevolezza di quanto avrebbero inciso certe penalizzazioni vi arrivai nel tempo, dopo i blocchi delle assunzioni e la continua stagnazione delle graduatorie riservate ai vincitori di quei due concorsi che avrebbe prolungato la mia "precarietà" nonostante l'accesso ad un "doppio canale". Poi giunse anche il mio turno ed entrai in ruolo nel 2006.
Ho voluto ricordare
questa esperienza perché
spesso si associa,
insipientemente, chi supera
i concorsi pubblici per la
pubblica amministrazione
alla categoria di
"raccomandati" e/o
corrotti... o, nella visione
delle amenità delle capacità
cognitive dei più, ad un
passaggio dove occorre
necessariamente
"uniformarsi", rinunciando ad
essere sé stessi.
Fatta
questa doverosa premessa
posso, oggi, permettermi di
dire che abbiamo assistito ad
un Ventennio di cosiddette
"Riforme", rimpasti,
manomissioni ed anche,
soprattutto, deliri
istituzionali che avevano
come solo ed unico scopo la
distruzione della scuola in
nome del più "sovrano" dei
Crimini: il taglio della
spesa pubblica, il "fare
cassa" ed il cosiddetto
"risparmio"... il Tutto
mascherato dalla più
cocciuta quanto insipiente
delle "ideologie": quella
della "produttività" e del
"fare mercato" e di una
presunta "innovazione". Massimo Greco
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Sono qui suggeriti, e disponibili, una serie di articoli, di fonti anche autorevoli, che ho voluto raccogliere e riproporre là dove il silenzio in materia va rivoltato. Sono voci che vanno in direzione ostinata e contraria al "trend" del luogo comune e della supina passività che ha caratterizzato la "funzione docente" nell'ultimo, tristissimo, Ventennio. | ||
I
rischi di medicalizzazione
(e "psicologizzazione")
nella scuola.
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Siccome
I siti compaiono... e
soprattutto scompaiono....
il PDF è disponibile, ANCHE,
qui:
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Se la scuola
diventa un ospedale
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DSA, Palmieri: rischio medicalizzazione scuole. Pisa in
un anno 530 richieste.
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Bambini che non imparano?
Non corriamo subito dal
medico.
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I rischi di medicalizzazione
nella scuola
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ATTENTI ALLA
MEDICALIZZAZIONE E AGLI
SCREENING
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Sindrome da screaning -
Pensare Oltre
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Un bambino su cinque è
"disturbato", o è la scuola
medicalizzata che è folle?
[pdf]
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